Suburbana Collegno

IO CAPITANO

mercoledì 2 giovedì 3 ottobre 2024 - ore 21

Regia: Matteo Garrone - Sceneggiatura: M. Garrone, Massimo Gaudioso, Massimo Ceccherini, Andrea Tagliaferri - Fotografia: Paolo Carnera - Montaggio: Marco Spoletini, Andrea Farri - Interpreti: Seydou Sarr, Moustapha Fall, Issaka Sawagodo, Hichem Yacoubi, Doodu Sagna, Joseph Beddelem, Henri Didier Njikam, Bamar Kane, Beatrice Gnonko - Italia/Belgio 2023, 121’, 01 Distribution.

Seydou, è un adolescente senegalese che sogna di diventare un cantante famoso in Europa e aiutare così la sua famiglia. Insieme a Moussa, il suo migliore amico, sceglie, di nascosto da sua madre, di lasciare Dakar e di intraprendere l’avventuroso viaggio verso l’Europa. Un’Odissea contemporanea attraverso le insidie del deserto, gli orrori dei centri di detenzione in Libia e i pericoli della traversata in mare.

Non è casuale che Io Capitano dedichi ampio spazio alla quotidianità di Seydou e di Moussa nel loro paese di origine, e cioè il Senegal. È questa la parte più bella ed emozionante del film, che ci mostra un paese povero ma che non perde quasi mai il sorriso, un luogo accogliente nel quale i nostri due sedicenni scrivono canzoni, indossano orgogliosamente la maglia del Barcellona dei tempi d’oro e ai piedi hanno sneakers che sono una perfetta imitazione di un modello di Nike particolarmente in voga. E attenzione: è questa lunga introduzione che ci restituisce non personaggi ma persone, evitando così, nella successiva ora e mezza di film, di far apparire l’intero contingente di migranti come una massa indistinta e anonima, come bestie da soma senza intelletto o, peggio ancora, come dei selvaggi con il gonnellino di paglia. I due ragazzi di Dakar e i loro compagni di traversata sono invece un insieme di individui a cui bisogna riconoscere la dignità di uomini, o anche la dignità dei vinti. E i vinti hanno desideri e speranze come chiunque altro, solo che sono più sfortunati. Per questo è importante per Seydou che nessuno muoia durante il viaggio, e lo è anche per Matteo Garrone, che fa un’altra scelta molto giusta: evitare ciò che tanti film sull’immigrazione ci hanno mostrato, e quindi i primi soccorsi, il soggiorno nei centri di accoglienza e così via. Non c’è il desiderio di distinguersi dagli altri registi a monte di questa decisione, ma solo un bisogno profondo di non rovinare il sogno europeo di Seydou e Moussa. (Carola Proto, www.comingsoon.it)

Questo film, ci scuote, ci dà uno scossone emotivo così forte da farci aprire gli occhi facendoci riflettere su quanto, ognuno degli uomini e delle donne che compiono un qualsiasi viaggio di migrazione meritano di essere riconosciuti nella loro dignità, meritano di avere un volto, una storia fatta di sogni e desideri che sia riconosciuta e non celata. E Garrone questo palcoscenico, ai protagonisti del suo film e a tutti quelli che, come loro, sono partiti per cercare la salvezza, glielo dà e dà loro un’umanità così forte che fuoriesce dallo schermo e arriva a toccare il cuore di chiunque, in sala, si ritrova davanti questo spettacolo fatto di orrori e allo stesso tempo di magia. Io Capitano è un piccolo capolavoro, è un film forte ma allo stesso tempo delicatissimo, è una pellicola giusta e mai eccessiva o vittimista, è una grande opera che parla attraverso gli sguardi e che non ha bisogno di lunghi dialoghi, grandi scenografie o un cast stellare per risuonare. Le bastano due occhi emozionati, un senso di appartenenza condiviso e quelle due parole, meravigliose e potentissime, che ascoltiamo alla fine del film nelle quali si racchiude tutto il senso di quest’opera: “Io Capitano”. (Marianna Ciarlante, www.today.it)