Suburbana Collegno

TATAMI

mercoledì 28 giovedì 29 maggio 2025 - ore 21

Regia: Zar Amir-Ebrahimi, Guy Nattiv - Sceneggiatura: Elham Erfani, G. Nattiv - Fotografia: Todd Martin - Montaggio: Yuval Orr - Interpreti: Arienne Mandi, Zar Amir-Ebrahimi, Nadine Marshall, Jaime Ray Newman, Ash Goldeh, Sina Parvaneh, Mehdi Bajestani - Georgia/USA 2023, 105’, BIM Distribuzione.

Leila è una judoka iraniana, che partecipa al Campionato mondiale di judo insieme alla sua allenatrice Maryam. Leila è intenzionata ad aggiudicarsi la prima medaglia d’oro dell’Iran in questo sport, ma a metà dell’incontro, le due donne ricevono un ordine da parte della Repubblica Islamica, un vero e proprio ultimatum: o perdere o fingere un infortunio. È così che Leila si ritrova costretta a compiere una scelta ardua: fingere di essersi ferita, con Maryam che la implora di conformarsi all’ordine del regime, o sfidare le autorità e continuare a gareggiare per il primo posto.

Un regista israeliano, Guy Nattiv, e una regista iraniana, Zar Amir, firmano insieme un film di grande potenza espressiva. (…) Un film che va in fondo a quello che racconta, bellissimo e terribile, che merita di essere visto. Per la sua potenza, per la sua bruciante attualità, per il modo in cui riesce a dimostrare come la storia la fanno gli esseri umani, non solo gli eserciti e i grandi personaggi di potere. Che è quello che stanno facendo le donne iraniane, donne come Leila che, anche se all’inizio non lo sa, con la sua testardaggine, il suo orgoglio e la sua ribellione fa un gesto che cambia la storia, una piccola storia delle tante che, unite, muovono le cose e, a prezzi spesso altissimi, alla fine le cambiano. (…) Tatami è un film di grande potenza emotiva, visiva ma, soprattutto, politica. Girato completamente in un bianco e nero che restituisce alla vicenda di Leila e Maryam tutta la drammaticità che contraddistingue l’esistenza di chi è costretto a vivere sotto un regime oppressivo, il film fa del campionato mondiale di judo uno sfondo che sottolinea come la normalità di alcuni popoli del mondo sia invece un sogno irraggiungibile per altri, e diventa anche la facile metafora dell’esistenza di Leila, Maryam e delle loro connazionali, impegnate in una lotta estenuante con un potere che le pretende silenziose e invisibili. (…) La grande attualità di questo racconto, scarno, diretto, sofferto e sincero, unito alla sua forza estetica ed espressiva e alle potenti interpretazioni delle due protagoniste, ne fanno un vero tesoro e un bellissimo esempio di cinema civile, che centra l’obiettivo di colpire la coscienza e il cuore dello spettatore. (Valentina Di Nino, www.today.it)

Oltre a una regia strepitosa, a un bianco e nero di una bellezza indescrivibile e a due grandi interpretazioni femminili, Tatami porta con sé soprattutto una grande coerenza interna nello sviluppare la sua storia, nel creare tensione sportiva e politica, nel ritrarre donne pronte a compiere un sacrificio enorme sapendo benissimo cosa rischiano (forse persino la libertà e la vita). È anche una storia di sorellanza concreta e complessa, perché la sceneggiatura di Tatami non dimentica mai quanto sia difficile sfuggire a un sistema di oppressione costruito per essere ineludibile. Quanto il film abbia colto una verità, un nervo scoperto, una pressione pronta a esplodere lo si comprende se si tiene a mente che mentre veniva girato, in Iran scoppiavano le proteste per la morte di Mahsa Amini. Tatami coglie tutta quella rabbia, le sue origini e il terrore che genera ribellarsi contro quel sistema, il salto nel vuoto necessario per riappropriarsi della propria libertà. (Elisa Giudici, www.gamesurf.it)