Suburbana Collegno

ROUGE

mercoledì 22 giovedì 23 gennaio 2025 - ore 21

(Red soil) Regia: Farid Bentoumi - Sceneggiatura: F. Bentoumi, Samuel Doux - Fotografia: Georges Lechaptois - Montaggio: Damien Kayeux - Interpreti: Zita Hanrot, Sami Bouajila, Céline Sallette, Olivier Gourmet, Henri-Noël Tabary, Alka Balbir, Thierry Rousset, Laurent Crozet, Evelyne Cervera - Francia/Belgio 2020, 88’, v.o. con sottotitoli in italiano. In collaborazione con l’Institut Française e l’Alliance Française Torino.

Nour viene assunta come infermiera nello stabilimento chimico dove lavora suo padre, rappresentante sindacale e perno dell’azienda. Mentre la fabbrica è sotto il pieno controllo sanitario, una giovane giornalista conduce l’indagine sulla gestione dei rifiuti. Le due giovani scopriranno gradualmente che questa fabbrica, pilastro dell’economia locale, nasconde molti segreti. Tra bugie su scarichi inquinanti, cartelle cliniche falsificate e incidenti nascosti, Nour dovrà scegliere tra tacere o tradire suo padre e portare alla luce la verità.

Un tema ambientale trattato con grande efficacia ed empatia da un film che si pone esattamente all’incrocio di interessi contraddittori: da un lato la salute pubblica minata dall’inquinamento industriale, dall’altro la salvaguardia dell’economia e dell’occupazione; ma anche la lealtà verso la propria famiglia o la propria impresa, da una parte, e dall’altra la necessità di dire la verità. (…) Domande che mettono Nour contro il padre (“è la fabbrica che ci nutre. Il cane non morde la mano di chi lo nutre”, “il codice del lavoro? Vuoi che perda il mio posto? Non sei contraria al fatto che ti ho trovato un lavoro?”) e con il resto della sua famiglia, tutti solidali con il buon funzionamento dell’azienda in un momento in cui i poteri pubblici stanno rivedendo la legge sullo scarico di prodotti chimici. (...) Presa di coscienza graduale, superamento del confine tra semplice fonte giornalistica e attivismo, ma anche conflitto morale tra un tradimento affettivo e una richiesta di trasparenza: Rouge gioca in modo intelligente la carta di una trama alla Erin Brockovich e riesce a evitare il manicheismo attraverso un ritratto fedele di un ambiente operaio preso in ostaggio e sacrificato sull’altare della minaccia della disoccupazione. Tracciando nel frattempo un’immagine credibile del giornalismo investigativo, il film pone perfettamente tutte le complesse questioni della battaglia ecologica concentrandosi allo stesso tempo su uno stile visivo e un ritmo molto accessibile al grande pubblico, che potrà facilmente identificarsi con le preoccupazioni della protagonista e di suo padre. Perché è anche nel microcosmo delle famiglie e nella necessità di superare le divergenze derivanti dalle pressioni esterne che va reimpostata la lotta all’inquinamento. (Fabien Lemercier, www.cineuropa.org)

Come condannare arbitrariamente persone la cui buona fede è fuori dubbio anche se commettono azioni riprovevoli? Per servire una causa di questa portata, occorre metterla nelle mani di eroi di alto calibro, capaci di suscitare empatia e convinzione. Zita Hanrot (…) tra fragilità e determinazione, porta forte e chiaro l’impegno del suo personaggio, cercando di preservare l’unità familiare. Il suo tandem con Sami Bouajila, generoso e sensibile, alimenta un rapporto padre-figlia pieno di complessità e contraddizioni che tocca il cuore. Tra di loro, Céline Sallette assume il ruolo di arbitro e, dotata di un favoloso potere di persuasione, apre una terza via in questo ripido viaggio. (…) Perfettamente realizzato, Rouge apre il dibattito e, lontano da ogni giudizio o tentativo di direzione, avvia una riflessione sul futuro delle nostre società ansimanti. (Claudine Levanneur, www.avoir-alire.com)