Suburbana Collegno

PRIGIONE 77

mercoledì 19 giovedì 20 marzo 2025 - ore 21

(Modelo 77) Regia: Alberto Rodríguez - Sceneggiatura: Rafael Cobos, A. Rodríguez - Fotografia: Alex Catalán - Montaggio: José M.G. Moyano - Interpreti: Miguel Herrán, Javier Gutiérrez, Jesús Carroza, Catalina Sopelana, Fernando Tejero, Xavi Sáez, Víctor Castilla, Alfonso Lara, Iñigo de la Iglesia, Iñigo Aranburu, Javier Lago, Javier Beltrán, Aimar Vega, Julián Valcárcel - Spagna 2022, 125’, Movies Inspired.

Barcellona 1977. Alla fine del franchismo, la Spagna vive uno dei più grandi momenti di libertà della sua storia. Ma il passaggio alla democrazia non cambia nulla nelle carceri, e il giovane Manuel rischia una condanna sproporzionata per il reato commesso. Assieme ad altri carcerati scatena una lotta per ottenere l’amnistia: una lotta che scuoterà l’intero sistema carcerario. Se le cose stanno cambiando fuori dalle carceri, dovranno cambiare anche lì dentro. Storia di amicizia, solidarietà e libertà ispirata al vero tentativo di evasione dal carcere Modelo di Barcellona tentato da 45 detenuti.

Durante la visione di Prigione 77 ci si rende progressivamente conto di come la storia in sé e per sé di Manuel e della sua ricerca pervicace della libertà - il ragazzo professa la sua innocenza, ammettendo di aver preso solo una miserabile parte della cifra che gli viene invece contestata - sia solo il grimaldello che il regista spagnolo utilizza per scardinare il fortino di una messa in scena della nazione che non è abituale, e che soprattutto sulla quale in molti preferirebbero glissare. La lotta del Copel (Coordinadora de Presos en Lucha), sigla che riuniva i carcerati (alcuni per motivi politici, altri per reati comuni contro la persona o lo Stato) nella rivendicazione dei propri diritti è un passaggio cruciale per comprendere il tentativo riuscito di Rodríguez, vale a dire raccontare il macrocosmo di una nazione e delle sue zone d’ombra partendo dal microcosmo di una prigione e della condizione carceraria nel suo complesso. Nella storia di Manuel e Pino, nella presa di coscienza della necessità della lotta, e in ciò che ne consegue è tracciato il percorso di un Paese in transizione che aspira alla democrazia ma vive ancora nel pieno delle leggi e ancor più delle abitudini del fascismo. E per quanto sia possibile l’evasione, in tutti i sensi reali e figurati che può assumere il termine, non c’è mai reale salvezza, né si può credere nell’utopia del collettivo in una società che in realtà tratta tutti come individui. Questo pessimismo della ragione è il tratto distintivo di Prigione 77, l’elemento cruciale che permette al film di trovare una sua compiuta e reale indipendenza rispetto alla restante parte dei prison movie. (…) La società che vive fuori e dentro la prigione nella Spagna del 1976-78 è irredimibile, condannata all’ergastolo: un ergastolo forse democratico, ora che è entrata in vigore la Costituzione, ma pur sempre un ergastolo, il fine pena mai di vivere in una nazione che non è stata in grado di fare i conti con sé stessa, e con i propri traumi. (Raffaele Meale, www.quinlan.it)

Una pagina drammatica della storia spagnola, perlopiù rimossa, torna prepotentemente alla ribalta in questo intenso prison-movie che racconta di un periodo turbolento del Paese iberico, susseguente alla morte di Franco e relativo alla cosiddetta Transazione. La lotta per i diritti da parte dei detenuti, vittime di violenze e ingiustizie tra le mura del carcere, viene raccontata in Prigione 77 con uno stile avvincente e amaramente spettacolare, solido al punto giusto per incalzare il pubblico e trascinarlo in una vicenda torbida e drammatica, da non dimenticare. (Maurizio Encari, cinema.everyeye.it)