Suburbana Collegno

IL MIO AMICO ROBOT

mercoledì 11 giovedì 12 dicembre 2024 - ore 21

(Robot Dreams) Regia e sceneggiatura: Pablo Berger - Animazione: Benoît Feroumont - Montaggio: Fernando Franco - Musiche: Alfonso de Vilallonga - Spagna/Francia 2023, 90’, animazione, I Wonder Pictures.

Una New York anni ’80 abitata da animali. Dog è un cane che vive un’esistenza solitaria, fatta di televisione e cibi preconfezionati. Durante una serata malinconica, consulta dei modelli di robot da acquistare e ne ordina uno per corrispondenza. Quando Robot gli viene recapitato, tra loro nasce un’intensa amicizia: i due girano per Manhattan, condividendo esperienze inebrianti. Ma, dopo una giornata trascorsa su una spiaggia, Robot arrugginisce e non riesce più a rialzarsi: Dog va in cerca di una soluzione, ma al suo ritorno trova lo stabilimento chiuso fino alla stagione successiva. I due, costretti a rimanere separati l’uno dall’altro per molti mesi, finiranno per trovare soluzioni alternative alla rispettiva solitudine. Dalla graphic novel di Sara Varon.

Berger racconta la solitudine, l’amicizia e l’accettarsi in una maniera semplice quanto delicata, giocando con l’onirico e l’avventura, ma omaggiando anche il cinema muto: Il mio amico robot ha così un occhio di riguardo per il pubblico più adulto, ma anche per il pubblico dei bambini. L’animazione dello studio Arcadia contribuisce a deliziare lo spettatore con una linea pulita e chiara, che dona agli animali antropomorfi abitanti di New York una caratterizzazione unica dove tutto passa dalle loro espressioni e gesti come nella migliore slapstick comedy. Non c’è, infatti, alcuna linea di dialogo in Il mio amico robot, e andando avanti nella visione ci si accorge (…) di quanto non fosse necessaria nessuna parola, perché le emozioni di Dog e Robot parlano da sé. Il film di Berger non racconta semplicemente un’amicizia, ma le sfumature di vite intere che si intrecciano in questi rapporti: dalla spensieratezza allo sconforto, mantenendo sempre alto l’ottimismo, simbolo di crescita e maturità. Il mio amico robot, una deliziosa favola matura che tra le avenue di una coloratissima Grande Mela, nasconde una commozione unica e un gioiello di film. (Davide Merola, hotcorn.com)

Il mondo de Il mio amico robot è davvero credibile, nonostante sia popolato da automi e animali: con un disegno aggraziato e precisissimo, il film ci offre un ritratto meticoloso di New York City negli anni Ottanta, per nulla patinato né edulcorato dalla nostalgia. Berger ci porta nelle strade della metropoli, con i suoi rumori, le sue canzoni d’epoca, il caos vibrante dei marciapiedi e la popolazione variopinta. Una città che si muove al ritmo dei suoi abitanti, talvolta ruvida, talvolta calorosa e accogliente. In effetti, Il mio amico robot parla una lingua universale, comprensibile ad adulti e bambini, sebbene il tratto grazioso e delicato possa far pensare a un target esclusivamente infantile. Maturo e consapevole (ma non cinico) è il suo punto di vista sui legami affettivi, poiché valorizza l’importanza di guardare avanti, di superare la perdita e fare tesoro dell’esperienza. Più che una fiaba, uno spaccato di vita: poco importa se i personaggi non hanno un aspetto umano. La vicenda di Dog e Robot dimostra la potenziale fragilità dei rapporti interpersonali, come pure la loro intensità quando si traducono nella condivisione di momenti preziosi, tra il quotidiano e l’eccezione. (…) Berger usa il cinema per narrare la transitorietà delle relazioni, nonché la ricchezza della vita come mosaico di peripezie, vicissitudini e incontri che non ci lasciano mai per davvero. (Lorenzo Pedrazzi, blog.screenweek.it)